Il tanto atteso Piano di Transizione 5.0 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale all’Art. 38, dopo essere stato atteso dalle imprese per diversi mesi. Anche se dobbiamo ancora attendere per conoscere le modalità attuative che saranno pubblicate entro 30 giorni, analizziamo nel dettaglio il Decreto Legge per capire come funziona il credito d’imposta pensato per le aziende.
Il Piano Transizione mira a stimolare le imprese ad investire in progetti di digitalizzazione e risparmio energetico. L’iniziativa, valida per il biennio 2024-2025, si propone di incentivare le imprese a compiere investimenti mirati alla digitalizzazione e al risparmio energetico. L’associazione del credito d’imposta alla riduzione dei consumi implica che il beneficio fiscale sia destinato esclusivamente a investimenti volti a ridurre il consumo energetico interno dell’azienda. Sono esclusi, naturalmente, investimenti speculativi finalizzati alla produzione di energia per la vendita.
Investimenti ammissibili
Gli investimenti agevolati riguardano l’acquisto di beni materiali e immateriali già indicati nel precedente Piano Industria 4.0.
I beni inclusi nel credito di imposta Transizione 5.0 devono essere specificati negli allegati A e B della Legge 232/2016 (Industria 4.0).
È importante sottolineare che i crediti d’imposta di Industria 4.0 e Transizione 5.0 non sono cumulabili.
Credito d’imposta Transizione 5.0
Il credito d’imposta Transizione 5.0 offre tre opzioni principali:
1. Miglioramento dell’efficienza energetica: incentiva l’acquisto di beni strumentali per potenziare i processi produttivi, riducendo il consumo energetico.
È possibile ottenere agevolazioni anche per gli investimenti in impianti di autoproduzione di energia rinnovabile destinata all’autoconsumo, ad eccezione delle biomasse. Per quanto riguarda i pannelli fotovoltaici, sono ammissibili solo quelli registrati presso l’ENEA, ovvero prodotti nell’Unione Europea e classificati in base a tre livelli di alta efficienza. L’efficienza di cella minima dovrà essere del 21,5%. Ulteriori incentivi sono previsti per pannelli con maggiore efficienza.
2. Acquisto di beni per l’autoproduzione da fonti rinnovabili:esclude le biomasse e supporta investimenti in impianti per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile.
Sono agevolabili gli investimenti in beni strumentali, sia attraverso l’acquisto che il leasing, comprendenti macchine utensili, robot, magazzini automatizzati, e software tecnologicamente avanzati. Questi devono essere interconnessi ai sistemi di fabbrica definiti dalla legge di bilancio 2017, che ha istituito il Piano Industria 4.0. Tuttavia, per beneficiare delle agevolazioni, è necessario utilizzare tali beni in progetti innovativi che portino a una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva di almeno il 3%, o dei processi interessati dall’investimento di almeno il 5%. Inoltre, c’è un ampliamento della gamma di beni agevolabili che include software o applicazioni per il monitoraggio dei consumi e dell’energia autoprodotta, nonché software per la gestione aziendale, se acquistati insieme a tali beni.
3. Spese di formazione: agevola le spese per la formazione del personale in tematiche legate alla transizione verde.
Le spese destinate alla formazione sulle tecnologie per la transizione digitale ed energetica possono beneficiare di agevolazioni, ma il loro limite è fissato al 10% degli investimenti complessivi. Questo calcolo considera sia i beni strumentali digitali che quelli destinati all’autoconsumo di energia rinnovabile. Tuttavia, c’è un tetto massimo di 300mila euro. È importante notare che le aziende sono obbligate a rivolgersi a formatori esterni per usufruire di questo beneficio.
Le percentuali del credito di imposta, calcolate in base alla percentuale di riduzione dei consumi energetici registrata, sono dettagliate in questo modo:
- . Riduzione tra il 3% e il 6%, o tra il 5% e il 10% presso il singolo impianto:
– 35% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
– 15% per investimenti tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro;
– 5% per investimenti oltre i 10 milioni di euro, fino al limite massimo di 50 milioni di euro annui per impresa beneficiaria. - .Riduzione tra il 6% e il 10%, o tra il 10% e il 15% presso il singolo impianto:
– 40% per investimenti con spesa fino a 2,5 milioni di euro;
– 20% per investimenti con spesa tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro;
– 10% per investimenti oltre i 10 milioni di euro, fino al limite massimo di costi ammissibili pari a 50 milioni di euro annui per impresa beneficiaria. - .Riduzione non inferiore al 10%, o non inferiore al 15% presso il singolo impianto:
– 45% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
– 25% per investimenti tra 2,5 milioni e 10 milioni di euro;
– 15% per investimenti oltre i 10 milioni di euro, fino al limite massimo di 50 milioni di euro annui per impresa beneficiaria.
Queste percentuali rappresentano gli incentivi graduali in relazione alla dimensione degli investimenti e all’efficienza energetica raggiunta, offrendo un quadro dettagliato delle agevolazioni disponibili.
Scadenze e agevolazioni credito d’imposta Transizione 5.0
Il credito d’imposta può essere utilizzato in un’unica soluzione entro il 31 dicembre 2025. Qualsiasi eccedenza può essere compensata negli anni successivi mediante 5 rate annuali. Per certificare il raggiungimento dell’efficientamento energetico, è necessario ottenere l’approvazione da uno dei seguenti enti:
- Esperti in gestione dell’energia (Ege) accreditati Uni Cei 11339;
- Energy Service Company (Esco) accreditate Uni Cei 11352;
- Organizzazioni accreditate secondo la normativa ISO50001;
- Geologi, ingegneri, e periti industriali iscritti all’ordine professionale di riferimento e facenti parte dell’organico della società richiedente la diagnosi energetica.
Il Piano Transizione 5.0 offre un quadro dettagliato e articolato per incentivare l’innovazione e la sostenibilità energetica nelle imprese italiane.