Buone Notizie per le imprese della Zona Economica Speciale del Mezzogiorno. Si sblocca ufficialmente il credito d’imposta  della ZES unica del Mezzogiorno, con una misura che vale 1,8 miliardi di euro. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha infatti firmato il decreto attuativo della misura, adottata dal Ministero per gli Affari Europei, il Sud, la Coesione e il PNRR, con la collaborazione del MEF.

Finestra temporale ristretta per le comunicazioni

Le imprese interessate dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate l’ammontare delle spese ammissibili sostenute dal 1° gennaio 2024 e quelle che intendono effettuare fino al 15 novembre 2024. Il periodo per queste comunicazioni è fissato dal 12 giugno al 12 luglio 2024. Un successivo provvedimento delle Entrate definirà il modello di comunicazione. In questa fase sarà fondamentale la figura dei consulenti, che potranno supportare le imprese nell’adempimento di tali requisiti e nell’ottimizzazione delle strategie di investimento.

 Credito d’imposta ZES: ambito di applicazione

Il credito d’imposta è destinato a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica e dal regime contabile, già operative o che si insediano nella ZES unica. Gli investimenti devono essere compresi tra 200.000 euro e 100 milioni di euro, come definiti dal Regolamento UE 651/2014.

 Tipologie di Investimenti Ammissibili

Sono agevolati:

  • L’acquisto o il leasing di macchinari, impianti e attrezzature destinati a strutture nuove;
  • L’acquisto di terreni e l’acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali, entro il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.

Sono esclusi i beni destinati autonomamente alla vendita, quelli trasformati o assemblati per la vendita finale e i materiali di consumo.

 Perimetro Geografico

Il perimetro geografico della ZES unica comprende le zone assistite delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e alcune aree dell’Abruzzo individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.

 Differenziazione per Regioni

Il credito d’imposta varia a seconda delle regioni e delle dimensioni delle imprese. Come indicato da reteagevolazioni.it il contributo, sotto forma di credito d’imposta, nella misura massima consentita dalla medesima Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 è il seguente:

Regioni

Piccole imprese

(fino ai 50 milioni di investimento)

Medie imprese

(fino ai 50 milioni di investimento)

Grandi imprese

(e PMI oltre i 50 milioni di investimento)

Abruzzo (zone assistite)

35%

25%

15%

Molise

50%

40%

30%

Sardegna

50%

40%

30%

Sardegna

(area transizione giusta)

60%

50%

40%

Campania

60%

50%

40%

Puglia

60%

50%

40%

Puglia

(area transizione giusta)

70%

60%

50%

Basilicata

50%

40%

30%

Calabria

60%

50%

40%

Sicilia

60%

50%

40%

 

Per investimenti inferiori a 50 milioni, i massimali sono aumentati del 10% per le medie imprese e del 20% per le piccole imprese. Il beneficio massimo può arrivare al 70% per una piccola impresa che effettua un investimento inferiore a 50 milioni nella provincia di Taranto o nell’area del Sulcis.

 Controlli e limiti

Per i progetti superiori a 50 milioni, l’incentivo è calcolato secondo la metodologia dell'”importo di aiuto corretto” del regolamento UE 651/2014. È previsto un rigido meccanismo di controllo per verificare il rispetto del tetto delle risorse, fissato a 1,8 miliardi di euro. Se le richieste supereranno questo limite, il credito d’imposta sarà proporzionalmente ridotto tra gli aventi diritto.

 Cumulabilità e vincoli

Il credito d’imposta ZES non è cumulabile con quello del programma Transizione 5.0, ma può essere cumulato con incentivi che non sono aiuti di Stato, con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che riguardano i medesimi costi, a condizione che non si superi l’intensità di aiuto massima consentita dalle regole UE.

Se i macchinari oggetto dell’investimento non entrano in funzione entro il secondo anno, il credito d’imposta viene rideterminato al ribasso. Lo stesso vale se, nei primi cinque anni, il bene viene dismesso, ceduto a terzi, destinato a finalità estranee all’esercizio d’impresa o a strutture produttive diverse da quelle che hanno dato diritto all’agevolazione. Inoltre, le imprese sono obbligate a mantenere l’attività nella ZES per almeno cinque anni una volta completato l’investimento, pena la decadenza dai benefici.

Le imprese devono presentare una comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate e ottenere una certificazione obbligatoria, rilasciata da un revisore dei conti o una società abilitata, che attesti l’effettivo sostenimento delle spese.

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