È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto per la nuova edizione del Parco Agrisolare per il 2023, con incentivi importanti per l’utilizzo delle energie rinnovabili in agricoltura, con l’installazione di impianti fotovoltaici per il settore agricolo e agroindustriale.

Tra le novità c’è l’aumento del contributo a fondo perduto concesso alle imprese agricole, ma anche l’introduzione di un nuovo concetto di autoconsumo condiviso e l’eliminazione, in molti casi, del vincolo di autoconsumo. Inoltre, sono stati previsti il raddoppio della potenza installabile senza consumo di suolo e della spesa minima ammissibile per i sistemi di accumulo e ricarica.

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Beneficiari

Tra i beneficiari ci sono gli imprenditori agricoli, sia individuali che in forma societaria, le imprese agroindustriali, le cooperative agricole e i soggetti in forma aggregata, come le Associazioni Temporanee di Impresa, i Raggruppamenti Temporanei di Impresa e le Comunità Energetiche Rinnovabili. Non rientrano, invece, i soggetti con un volume d’affari sotto i 7.000 euro.

Agevolazioni per le energie rinnovabili

Innanzitutto, il beneficiario deve avere la disponibilità dei fabbricati su cui si realizzano gli interventi. Per le aziende agricole attive nella produzione primaria, c’è un 80% di contributi a fondo perduto, per proprio autoconsumo, o autoconsumo condiviso se si tratta di aziende in forma aggregata.

Inoltre, per progetti eccedenti il vincolo di autoconsumo, ci sono contributi a fondo perduto che vanno dal 50% per le piccole, al 40% per le medie e al 30% per le grandi imprese, con un incremento del 15% per investimenti effettuati in zone assistite che rientrano tra le condizioni poste dall’art. 107, par. 3, lett. A) del Trattato.

Contributi a fondo perduto fino all’80%, per proprio autoconsumo o autoconsumo condiviso, se si tratta di aziende in forma aggregata, anche nel caso di imprese attive nel settore della trasformazione di prodotti agricoli.

Esistono contributi anche per imprese di trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e per altre imprese non comprese nelle definizioni precedenti. Si tratta di contributi proprio autoconsumo o per autoconsumo condiviso in caso di imprese in forma aggregata, differenziati per dimensioni di impresa, dal 50% delle piccole al 30% per le grandi imprese. In particolare, alle grandi imprese è richiesto di descrivere nella domanda la situazione in assenza di aiuti e fornire i documenti giustificativi a sostegno dello scenario controfattuale descritto nella domanda.

Interventi e spese ammissibili

Gli interventi ammissibili all’agevolazione devono prevedere l’installazione di impianti fotovoltaici, con potenza compresa tra i 6 e i 1000 kWp. Inoltre, si possono eseguire interventi di riqualificazione, come la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, la realizzazione dell’isolamento termico dei tetti e quella di un sistema di aerazione.

Tra le spese ammissibili, per la realizzazione di impianti fotovoltaici, l’acquisto e posa di inverter, moduli fotovoltaici o di software di gestione e altri componenti per l’impianto. È consentito anche l’acquisto di sistemi di accumulo, la fornitura e messa in opera di materiali necessari alla realizzazione degli interventi e sono compresi i costi di connessione alla rete. Per la rimozione e smaltimento di amianto sono giustificati gli interventi per la realizzazione o miglioramento dell’isolamento termico.

Sono ammissibili, nei limiti, anche le spese di progettazione e altre spese professionali, comprese quelle per l’elaborazione e la presentazione dell’istanza, direzione lavori e collaudi.

 

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